Il primo incontro del 2015 del Rotary Club Cosenza Nord è stato dedicato, ieri sera all’Italiana Hotels, alle nuove forme comunicative ed all’uso o all’abuso che se ne registra. Un tema estremamente stimolante, affidato alla professionalità della psicoterapeuta e scrittrice Anna Salvo, che a buona ragione è stata poi gratificata da un vivace dibattito con i soci presenti.
La Presidente Elena Scrivano ha iniziato la serata con un pensiero ai fatti di Parigi e di tutti i punti del mondo dove si sono registrati, in questo inizio di anno, i ben noti e gravissimi episodi. Ha però voluto sottolineare quegli elementi che, pure nascendo da queste tragedie, possono e devono indurre alla speranza. “In particolare –ha rilevato- la manifestazione dei due milioni di persone di ogni etnìa e religione a Parigi, come la presenza di circa 50 capi di stato europei, africani, mediorientali hanno dato un preciso segnale di volontà, sia dei governi che dei popoli, di difendere i valori della democrazia, della libertà, della vita.”
Tornando al tema della serata, le nuove tecnologie, i social media, gli smartphone: come farne a meno? Sono ormai strumenti indispensabili di lavoro, di svago, di comunicazione, formazione e informazione. E come dimenticare la loro funzione democratica? Per fare un esempio eclatante, si pensi alle Primavere arabe, facilitate nel loro svolgersi proprio dalla possibilità per i dimostranti di parlarsi in rete pur in Paesi senza libertà di stampa.
Ma ci sono anche i contro. Anna Salvo li individua soprattutto in due punti.
Il primo. Stare connessi per ore ed ore, pensando così di socializzare, è una pia illusione. Consente sì di parlare con chiunque e di tutto e sempre, ma in maniera assolutamente superficiale, come dimostra il fatto che ben poco di ciò che si comunica sarebbe in realtà degno di essere conosciuto. Non è previsto, invece, il momento della riflessione, della elaborazione del pensiero, necessario per far sedimentare sensazioni e apprendimenti quotidiani che richiedono tempi lunghi e, non di rado, solitudine. Si parla e si scrive tanto, dunque, ma poi di cosa?
Secondo. Rimanere appiccicati allo schermo del computer, del tablet o del cellulare, perfino quando si sta in compagnia, rischia di disperdere negli asettici pixel il tempo che invece bisognerebbe destinare ai contatti personali diretti, i famosi contatti umani, quelli che si dispiegano attraverso la vicinanza e il linguaggio del corpo oltre che della parola.
Ad essere a rischio sono soprattutto i giovanissimi, in particolare –come hanno rilevato anche diversi soci intervenuti nel dibattito- i “nativi digitali”, una generazione che si affaccia al mondo sapendo tutto di tastiere e mouse, ma sempre meno di riflessione, scrittura, linguaggio articolato, emozioni ed affetti reali.
In conclusione, come spesso avviene per le migliori invenzioni dell’uomo, tutto sta nell’ uso che se ne fa. Lo strumento è potente e va adoperato con attenzione. L’auspicio è, dunque, che si trovi il giusto equilibrio. Del resto, è proprio della mente umana lasciarsi sedurre in maniera totalizzante dal nuovo, ma poi far seguire all’ubriacatura iniziale la fase del ripensamento e della moderazione.
Infine, una nota confortante nei difficili giorni che il mondo sta vivendo, portata all’attenzione dei soci dalla Presidente: un rapporto dell’Arab social media sostiene che gli utenti di Twitter e Facebook mostrano più sensibilità alle opinioni degli altri. La diffusione dei social media starebbe causando un cambiamento sensibile nelle popolazioni di paesi non adusi alle libertà dell’ Occidente. In particolare, gli arabi che fanno uso dei social media risulterebbero più aperti e tolleranti rispetto alle opinioni di altre persone. Il 70% di loro dichiara di sentirsi “cittadino del mondo”.